07/02/14

Questa ve la devo proprio raccontare

Eh si, questa non posso certo aspettare di raccontarvela tra una settimana, come sarebbe di rigore. Troppe emozioni per lasciar passare anche solo una notte.

La giornata è cominciata abbastanza presto e non certo nel migliore dei modi. Sveglia alle 5:00 del mattino e pronte ad attendere il nostro mini bus già alle 5:40; fuori è ancora buio e nessuno si vede in giro tranne un timido cane in cerca di cibo. Arrivano lentamente le 6:10 e in lontananza, dal cancello sul retro finalmente si presenta il nostro autista. Dopo una breve - e ulteriore - attesa si parte per recuperare altri due passeggeri. Ma anch'essi sembrano troppo pigri per presentarsi in orario, e ci raggiungono - le due francesine - non prima delle 6:50.
Fantastico. Abbiamo pagato più di un terzo del prezzo corrente per poter partire prima e non aver problemi di alloggio a destinazione e già cominciamo a ritardare. Ma andiamo avanti, o meglio partiamo, e intanto si sono fatte le 6:57 (l'orario è fondamentale per capire tutta la storia). Chiedo nuovamente per conferma se verremo portate direttamente in centro o, se al solito, ci lasceranno in una stazione sperduta fuori città da cui dovremmo prendere un tuk tuk; e, come è logico, vengo rassicurata che addirittura mi accompagneranno all'hotel da me scelto, "don't worry".
Il viaggio comincia tranquillo, forse troppo tranquillo, perchè il nostro autista sembra cercare qualcuno a cui dare un passaggio - e farsi un pò di soldi - visto che lo spazio abbonda. Ma è un lavoro duro anche quello e questo rallenta la già bassa velocità della guida su queste strade dissestate. Destino vuole che dopo un paio di telefonate riesce a trovare qualcuno e nel giro di qualche chilometro la raccattiamo,  una ragazza minuta con un paio di borsoni. Allunga i soldi e sale.
Il viaggio continua liscio per 2h, con alcuni spericolati sorpassi fino al grande bivio. Esattamente a metà strada, una svolta porta a Luang Prabang e l'altra a Phonsavan (già visitata qualche giorno fa). Ci fermiamo qualche minuto e il nostro autista-barra-mago-delle-vendite piazza un altro sedile a una donna con due bambini, di 8 e 2 anni.
Tralascio le successive 3h di pura noia e... Tá-dà eccoci a Luang Prabang, o meglio alla stazione.
Ebbene si, nonostante la mazzetta non c'è verso di farci accompagnare in centro. A questo punto scendiamo abbastanza seccate, visto il ritardo e il viaggio più lungo del previsto e comincio a contrattare con l'autista di tuk tuk. Arrabbiata com'ero non avrei accettato più di 10.000kip per il passaggio, e quando lui mi ha proposto 20.000 non c'ho pensato due volte a dirgli che era troppo e che saremo andate a piedi; naturalmente ha accettato il mio prezzo. E le francesine si sono aggregate.

Arriviamo in città e il caldo già ci uccide. Tentiamo di identificare le varie Guest House di nostra preferenza, ma sembra tutto pieno o con prezzi doppi rispetto a quanto ci aspettavamo. E dopo il favoloso tour e l'alzataccia delle 5 non siamo in vena di ricerche approfondite.Facciamo un altro giro e poi ci arrendiamo ad accettare la stanza a 100.000kip (9€). Che si scoprirà: gigante, con anche un letto singolo in più, due grandi finestre, una specchiera e internet super veloce.


Non attendiamo oltre e ci tuffiamo subito, senza indugi ad esplorare la città, e le cose vanno subito meglio: troviamo una banca che accetta il mio bancomat, prenotiamo le varie escursioni e corsi, e ovviamente dopo tanto lavoro ci fermiamo a mangiare, per strada, da una dolcissima signora che si fa fotografare volentieri (vedi foto). NB: ha spostato le mosche solo per la foto.

Stanche ma felici, con pure una mappa trovata in una piccola libreria di scambio/vendita libri usati, ecco un'altra sorpresa. Una donna per strada vende delle strane-dolci cose alle quali non resistiamo e Gloria con la sua perfetta pronuncia lao le chiede il prezzo e questa comincia a parlare parlare parlare, come dirle di no?! Ancora adesso non sappiamo cosa fosse, sembravano frutti gelatinosi, zucca e forse patata dolce. E il packaging?! Altro che riciclabile ed ecologico: questo è pura foglia Di banano. Che conquista! (Foto sotto)


Tornate a casa pensavamo che le emozioni, almeno per oggi, fossero terminate, e invece no.
Ad aspettarci alla Guest House troviamo il marito della padrona di casa. Un vero matto da legare che comincia a urlare "MACCHERONI" appena scopre che siamo italiane, e che lo conquistiamo con due sorrisi, tanto che ci offre un favoloso piatto di zuppa con del riso e carne macinata (foto) e un goccio di whisky lao, fortissimo.






Ed eccoci qui. Su questo terrazzo con vista sul Mekong, a gustare della musica jazz provenire dalla strada, mentre tutti vengono in cerca si una stanza, un buco, un sottoscala. E pensare che credevo fosse una brutta giornata.











Walk with us,
Anna

2 commenti:

  1. Ho capito: è inutile augurarvi "buon divertimento"... però posso dirvi che vi invidio!

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    1. Vuol dire che qualcosa di buono lo stiamo facendo pure noi.
      Non sei l'unico.
      Grazie a presto

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